"Dopo gli anni ovattati dell'infanzia e quelli spensierati dello studio ci si immerge nella catena lavorativa che, al di là di qualunque gratificazione, assorbe e lascia poco tempo ... e poi finalmente arriva la tua quarta dimensione ... e ritrovi quella serenità smarrita."

Il presente blog costituisce un almanacco che in origine raccoglie i testi completi dei post pubblicati su: http://www.laquartadimensione.blogspot.com, indicandone gli autori, le fonti e le eventuali pagine web (se disponibili).

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Fotogazzeggiando: Immagini e Racconti

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martedì 29 dicembre 2009

Capre


E giusto dire ai figli: Imparate le lingue!

Si farà l'Europa e guai a chi non sarà in grado di farsi capire.

Rowohlt, un importante editore tedesco, ha pubblicato uno svelto volumetto, Sprachbuch Italien, di rapida consultazione e aggiornatissimo sull’evoluzione che ha subìto, in tempi anche recenti, il dolce idioma.

Già i risguardi dell'operetta annunciano il tono realistico e disinvolto del libro dovuto alla collaborazione di quattro specialisti: ecco una rapida scelta delle frasi ritenute, suppongo, di uso comune: Non te la prendere, Mi prendi per il culo?, Guarda che sono cazzi acidi, Ho i coglioni pieni, Tu sei fuori di testa, Hai avuto un colpo di culo, Cornuto, non mi prendere in giro, E’ stupendo, Vedete di andarvene affanculo, Porca miseria, Che tenerezza.

Gli autori conoscono bene la materia e vogliono soccorrere lo straniero che capita nel Paese dove fioriscono i limoni: sciopero, si dice: Streik; alla faccia tua: Dir zum trotz; imprecare: Fluchen; fregarsene: Auf etwas pfei fen; incazzarsi: Sich rgern; cavolate: Dummheit; fidanzata: Verlobte; pomiciare: Knutschen; la cazzata: Bl dheit)); vaffanculo è un po' complicato: Lech mich am Ar sch, zieh' Leine; mentre pisciare è elementare: Pissen, semplicemente.

Naturalmente nel luogo adeguato: cesso: Klo, e magari dopo essersi fatto uno spinello: Joint.

E tanto facile capirsi.


Enzo Biagi (I come italiani)


lunedì 28 dicembre 2009

Racconta come hai trascorso le vacanze di Natale


Io non vedevo l'ora che arrivavano le feste di Natale, non cela facevo più. Avevo studiato troppo, anche se non andavo tanto bene lo stesso a scuola, e non cela facevo più che finiva la scuola e incominciavano le feste di Natale.
A Natale era bellissimo, la cosa più bella del mondo, io vorrei che non finisse mai Natale, tanto che è bello.
Il giorno prima era arrivato Michele che fa il carabbiniere a Milano e lo conosce tutto il vico da quando era piccirillo. Lui è salito e mamma scendeva. Poi è sceso pure mio padre, e pure il nonno e tutti lo abbracciavano per mezzo alle scale. Michele piangeva, mia madre piangeva, mio padre rideva. Io pure lo volevo abbracciare, ma tutti quanti in mezzo alle scale non ci capavamo.1
Poi lui è salito, e tutti sono saliti e io pure sono salito, anche se non ero sceso tanto. Michele ha detto che lui non a ucciso mai a nessuno ma che a LUI lo stavano uccidendo!! Allora mamma a detto miche nun e' pnsà mò, piens sol a t' ripusà. E Michele sé ripusato.
A tavola della vigilia c'era più di un ristorante a casa mia! A casa mia quanto è Natale mangiamo più di un ristorante, Alfonso lo sa, eh?
Michele mangiava, mangiava, e quanto mangiava diceva ogni tanto alla faccia di quello che mi voleva uccidere, e mamma diceva miche mò nun e' pnsà, magn! E Michele magnava.
Poi o detto la poesia di Natale e o avuto una sbattuta di mana, ma soldi niente. A casa mia sono tutti tirati, pure a Natale. Io allora pensavo che quanto leggerebbero la letterina di Natale qualcosa ci usciva, ma sono tirati pure con le letterine!
Poi è venuto Capodanno. Michele faceva il buffone, faceva il buffone lui, perché spara sempre, e le botte2 le voleva usare solo lui. A comprato dieci chili di botte: erano trictracchi, bengali, botte, zeppole, bombe, fuiafuia, e quanto lui sparava quei chili metteva accoppa3 a tutte le altre botte del vico.
A dimenticavo che ci siamo mangiati il capitone.
Alla Befana Michele non cera più però prima che non cera più mi a detto che la Befana non esiste, che è mamma e papà, io gli dicevo miche 'o saccio a trentanni!
La Befana mi a portato il telecomando e i pennerelli, e niente più, perché sono tirati.

1 Non ci stavamo.
2 Botti, petardi.
3 Superava.


Marcello D'Orta (Io Speriamo Che Me La Cavo)

QUESTIONE DI RAZZA


-Che cane buffo! E dove l' hai trovato? -
Er vecchio me rispose: -é brutto assai,
ma nun me lascia mai: s' é affezzionato.
L' unica compagnia che m' é rimasta,
fra tanti amichi, é ' sto lupetto nero:
nun é de razza, é vero,
ma m' é fedele e basta.
Io nun faccio questioni de colore:
l' azzioni bone e belle
vengheno su dar core
sotto qualunque pelle.

Trilussa


mercoledì 23 dicembre 2009

BUONE FESTE... in prosa!


Vito Petrarolo ha inviato un messaggio ai membri di Appassionati di fotografia.

"Un rabbino parlava col Signore dell'Inferno e del Paradiso.
Il Signore disse: «Ti mostrerò l'Inferno», e lo condusse in una stanza nel cui centro c'era una enorme tavola rotonda.
Le persone che vi erano sedute erano affamate e disperate.
Al centro della tavola c'era un a enorme pentola piena di stufato, abbastanza per tutti.
Il profumo era delizioso e al rabbino venne l'acquolina in bocca.
I commensali avevano a disposizione cucchiai con manici lunghissimi, con i quali era possibile raggiungere comodamente lo stufato, ma il manico del cucchiaio era troppo lungo e nessuno riusciva a mettersi un boccone nella pancia..
Il rabbino vide quanto fosse terribile la sofferenza dei commensali.
«Ora ti mostrerò il Paradiso», disse il Signore, e lo portò in un'altra stanza esattamente uguale alla prima.
C'era la stessa enorme tavola rotonda e lo stesso pentolone di stufato.
I commensali, come i precedenti, avevano identici cucchiai dal lunghissimo manico, ma qui erano ben nutriti e paffuti, ridevano e parlavano.
Dapprima il rabbino non capiva, allora il Signore «E' semplice –disse- vedi, hanno imparato a nutrirsi l'un l'altro.»"

martedì 22 dicembre 2009

Nuova gaffe di Berlusconi: manda disegnini di slip femminili ai leader UE durante un vertice

[Daily Mail]

Il Presidente del Consiglio italiano Silvio Berlusconi ha scandalizzato i leader UE durante un vertice tenutosi venerdì scorso mostrando loro disegnini di biancheria intima femminile delle varie epoche storiche.

Ha passato in giro i suoi scarabocchi di mutandoni vittoriani e tanga durante il meeting di Bruxelles, mentre i leader discutevano di questioni relative al cambiamento climatico. Il suo volgare scherzetto ha provocato risatine in alcuni, ma indignazione in altri, che gli hanno restituito subito i disegni.

Tra i leader europei presenti si contavano Gordon Brown, la cancelliera Angela Merkel, il presidente francese Nicolas Sarkozy, il Primo Ministro irlandese Brian Cowen e il Ministro degli Esteri europeo Cathy Ashton. Pare che i disegnini spinti siano giunti anche al tavolo di Gordon Brown, che però sembra averli ignorati.

Berlusconi, 73 anni, ha cominciato a scarabocchiare mentre gli altri leader discutevano dell’opportunità di ampliare i fondi destinati alle nazioni più povere, per aiutarle a contrastare gli effetti del cambiamento climatico.

All’inizio, i leader pensavano che stesse elaborando dei propri calcoli per dare un contributo al complesso dibattito in corso; salvo rendersi conto subito dopo che il premier stava disegnando bozzetti di mutandine femminili.Secondo una fonte, i disegni erano intitolati: “Mutandine da donna attraverso i secoli” e includevano indumenti intimi indossati dalle donne egiziane, mutandoni vittoriani, culottes francesi di seta, tanga e perizomi.

“Nessuno credeva ai propri occhi” ha riferito una fonte. “Ha scarabocchiato per un po’ e poi ha passato di mano in mano degli schizzi di mutande femminili. Alcuni erano divertiti. Altri no.”

Da aprile scorso Berlusconi viene costantemente accusato di comportamenti sessuali scorretti. Dopo la sua partecipazione alla festa dei 18 anni di una ragazza, la moglie Veronica ha chiesto il divorzio. Patrizia D’Addario, una escort 42enne, ha sostenuto di essere stata a letto con il Presidente, mentre lui ha negato di essere mai stato a conoscenza del fatto che la donna fosse stata pagata.

Simon Walters

[Articolo originale "Berlusconi's new bloomer as he sends EU leaders doodles of women's knickers at summit " di Simon Walters]

sabato 19 dicembre 2009

LE PAROLE VILI E SCIAGURATE DELL’ON. CICCHITTO

Facendosi vilmente scudo dell’immunità di casta, l’on. Cicchitto ha accusato Marco Travaglio, uno dei rari giornalisti-giornalisti ancora in piedi in questo paese, di essere un “terrorista mediatico”, e uno dei mandanti morali, insieme a “Il Fatto Quotidiano” e l’intero gruppo Repubblica-Espresso, dell’aggressione di uno psicolabile a Berlusconi.
Con queste ignobili accuse il disonorevole Cicchitto ha fatto compiere alla maggioranza del malgoverno un ulteriore passo nell’imbarbarimento della lotta politica e nella campagna di odio contro la Costituzione repubblicana, le sue istituzioni, i cittadini che la difendono.
Se ci abbassassimo alla mostruosa illogica del disonorevole Cicchitto, dovremmo accusarlo di “terrorismo parlamentare”. Cosa che non faremo. Il suo è solo piduismo, dispiegato e di regime.
Siamo certi che chi nella maggioranza ha ancora un residuo di rispetto per i valori della democrazia liberale stigmatizzerà “senza se e senza ma” l’inqualificabile gesto che ha disonorato il parlamento italiano. Il resto è complicità.

Paolo Flores d'Arcais

venerdì 18 dicembre 2009

"Meno male che Silvio c'è"


Probabilmente questa notizia, in una nazione democratica normale, sarebbe stata talmente forte da risultare ancora più violenta della statuina del Duomo scaraventata sugli zigomi del Premier. Ma si sa, l’Italia è un paese dove l’informazione è semi-libera e i nostri politici semi-democratici. Con un comunicato stampa datato 15 dicembre, i giovani del PDL di Treviso han pensato bene di “sperimentare” le brezza dei politici di professione rilasciando una dichiarazione che, per contenuti e forma, sembra ricordare i bei tempi che furono sotto il regime totalitarista di Benito Mussolini.

«Alla luce dell’ignobile attentato al presidente del consiglio, i giovani del PDL non intendono più tollerare una politica che vede nella violenza fisica e verbale contro l’avversario il suo unico programma. Siamo fermamente convinti della necessità di un intervento istituzionale molto forte che si traduca in una legge abolitiva di quei soggetti politici che hanno come unico scopo l’inneggiare alla violenza e alla disobbedienza civile che in Italia sono IDV e Rifondazione Comunista, nonchè nel sanzionare quei personaggi pubblici che fanno un uso criminoso della loro risonanza mediatica. Porteremo ai rappresentati politici del partito questa istanza. Siamo ad un punto di non ritorno in cui è necessaria la più ferma presa di posizione contro partiti che non hanno nulla a che fare con la democrazia, le parole di Di Pietro subito dopo l’attentato lo confermano. Risulta oramai palese che l’obbiettivo di questi eversivi è quello di scatenare una vera e propria guerra civile. Faremo di tutto per far in modo che il paese non scivoli nel baratro ma oggi più che mai urgono provvedimenti legislativi. Da oggi non faremo sconti a questi seminatori d’odio che vanno estromessi dal quadro politico costituzionale. Abbiamo già dato disposizione a tutti i nostri militanti di segnalarci le generalità di coloro che in provincia di Treviso risultano iscritti ai gruppi che inneggiano all’attentatore, nei prossimi giorni presenteremo in procura nomi e cognomi».

Firmato: Coordinameto Provinciale Giovane Italia Treviso

Menomale che il partito a cui appartengono si chiama “Popolo della libertà“. Se si fossero chiamati “Popolo della censura” che avrebbero proposto? La fucilazione in piazza dell’opposizione di Governo? Solo alcuni giorni fa, in un paese lontano privo di libertà democratiche, il travagliato Iran, la Guida suprema iraniana Ali Khamenei, in un discorso ritrasmesso dalla televisione di Stato dichiarava che «L’opposizione verrà eliminata agli occhi della nazione». Ecco che Iran ed Italia si trovano accomunati da problematiche simili. Il paese in Medio Oriente ha visto un’opposizione molto forte che ha protestato contro accertati brogli elettorali, e l’Italia vede una situazione di odio politico generato soprattutto dagli scandali del Premier (Noemi, divorzio con Veronica, le prostitute a Villa Certosa) e i suoi guai giudiziari (processo Mills, processo diritti tv, dichiarazioni di un pentito di Mafia, ecc). Se non altro possiamo tranquillizzare le nostre donne. Il governo non obbligherà loro a mettere il burka come in Iran, a meno che alla Lega venisse detto che i foulard saranno esclusivamente verde Padania.

Diego Tomasoni 18 dicembre 2009 (Diritto di critica)


L'OMOSESSUALITA' E' UN ABOMINIO, perchè a dirlo è la BIBBIA (Levetico, 18,22)


Tempo fa un NOTO RELIGIOSO, dalle onde radio di Radio Maria, ha risposto ad un ascoltatore che l'OMOSESSUALITA' E' UN ABOMINIO, perchè a dirlo è la BIBBIA (Levetico, 18,22). Un ABOMINIO CHE NON PUO' ESSERE TOLLERATO IN NESSUN CASO. Dieci giorni dopo quello stesso ascoltatore ha scritto questa lettera al NOTO RELIGIOSO...

Lettera del 16 maggio 2009


"Caro sacerdote, le scrivo per ringraziarla del suo lavoro educativo sulle leggi del Signore.

Ho imparato davvero molto dal suo programma, e ho cercato di condividere tale conoscenza con più persone possibile.

Adesso, quando qualcuno tenta di difendere lo stile di vita omosessuale, gli ricordo semplicemente che nel Levitico 18:22 si afferma che ciò è un abominio. Fine della discussione.

Però, avrei bisogno di alcun consigli da lei, a riguardo di altre leggi specifiche e come applicarle.

- Vorrei vendere mia figlia come schiava, come prevede Esodo 21:7. Quale pensa sarebbe un buon prezzo di vendita?

- Quando do fuoco ad un toro sull’altare sacrificale, so dalle scritture che ciò produce un piacevole profumo per il Signore (Levitico 1.9). Il problema è con i miei vicini. Quei blasfemi sostengono che l’ odore non è piacevole per loro. Devo forse percuoterli?

- So che posso avere contatti con una donna quando non ha le mestruazioni (Levitico 15:19-24). Il problema è: come faccio a chiederle se ce le ha oppure no? Molte donne s’offendono.

- Levitico 25:44 afferma che potrei possedere degli schiavi, sia maschi che femmine, a patto che essi siano acquistati in nazioni straniere. Un mio amico afferma che questo si può fare con i filippini, ma non con i francesi. Può farmi capire meglio? Perché non posso possedere schiavi francesi?-

- Un mio vicino insiste per lavorare di sabato. Esodo 35:2 dice chiaramente che dovrebbe essere messo a morte. Sono moralmente obbligato ad ucciderlo personalmente?

- Un mio amico ha la sensazione che anche se mangiare crostacei è un abominio (Levitico 11:10), lo è meno dell’omosessualità. Non sono d’accordo. Può illuminarci sulla questione?

- Levitico 21:20 afferma che non posso avvicinarmi all’ altare di Dio se ho difetti di vista. Devo effettivamente ammettere che uso occhiali per leggere … La mia vista deve per forza essere 10 decimi o c’è qualche scappatoia alla questione?

- Molti dei miei amici maschi usano rasarsi i capelli, compresi quelli vicino alle tempie, anche se questo è espressamente vietato dalla Bibbia (Levitico 19:27). In che modo devono esser messi a morte?

- In Levitico 11:6-8 viene detto che toccare la pelle di maiale morto rende impuri. Per giocare a pallone debbo quindi indossare dei guanti?

- Mio zio possiede una fattoria. E’ andato contro Levitico 19:19, poiché ha piantato due diversi tipi di ortaggi nello stesso campo; anche sua moglie ha violato lo stesso passo, perché usa indossare vesti di due tipi diversi di tessuto (cotone/acrilico). Non solo: mio zio bestemmia a tutto andare. È proprio necessario che mi prenda la briga di radunare tutti gli abitanti della città per lapidarli come prescrivono le scritture? Non potrei, più semplicemente, dargli fuoco mentre dormono, come simpaticamente consiglia Levitico 20:14 per le persone che giacciono con consanguinei?

So che Lei ha studiato approfonditamente questi argomenti, per cui sono sicuro che potrà rispondermi a queste semplici domande.

Nell’occasione, la ringrazio ancora per ricordare a tutti noi che i comandamenti sono eterni e immutabili.

Sempre suo ammiratore devoto.”


giovedì 17 dicembre 2009

Il più amato dagli italiani

Testo:
Buongiorno a tutti. Di cosa parliamo mi sembra ovvio, cerchiamo di vedere con freddezza, se è possibile, le cose che sono successe e di separare i vari piani, che invece vengono volutamente intrecciati e mescolati: perché vengono intrecciati e mescolati? Perché non si deve capire e non si deve sapere, non ci si deve concentrare, tanto per cambiare, su un punto: che cosa è successo ieri? Non è banale ripetere che ieri c’è stato un attentato che può anche essere derubricato in incidente, in incerto del mestiere, nel senso che le persone, più sono famose, più sono soggette alla possibilità di attirare l’attenzione deviata di qualche squilibrato e infatti quello che è successo ieri è che uno squilibrato ha colpito violentemente il Presidente del Consiglio Berlusconi.

Berlusconi va sconfitto alle urne - E’ stato un atto di violenza, la vista di una persona con la faccia fracassata e insanguinata è una vista, per quanto mi riguarda e spero anche per voi, disgustosa e preoccupante, non c’entra niente quello che si pensa del Presidente del Consiglio, non è quella la fine politica che gli può augurare una persona sana di mente e, una persona sana di mente, ovviamente si augura che Berlusconi venga sconfitto dai cittadini nelle urne...
.. che Berlusconi venga processato e, se ha commesso dei reati, condannato e se viene condannato che sconti la pena, ma non è quella faccia insanguinata e devastata l’approdo che qualcuno deve cercare. Infatti chi ha provocato quella scena è un pazzo, è uno psicolabile che, purtroppo, è in cura in un centro di igiene mentale o come diavolo si chiamano adesso, al Policlinico di Milano, da una decina di anni. Non è uno stupido, abbiamo visto che ha fatto anche degli allestimenti artistici di un certo rilievo, è uno squilibrato e quindi ogni tanto sbrocca.Penso che sia abbastanza imbarazzante e umiliante dover ribadire e ripetere che non si fanno gli attentati, che non si picchia la gente, che non si distrugge la faccia di nessuno, neanche del tuo peggiore nemico, che la violenza ripugna chiunque abbia la testa sul collo, che non è in quel modo lì che si combatte la battaglia politica: queste sono cose talmente banali che, ovviamente, devono accomunare tutte le persone che non abbiano perso completamente il bene dell’intelletto, ma è bene ripeterlo che quello che è successo ieri deve essere, ovviamente, censurato e riprovato, riprovato nel senso della riprovazione ovviamente, non nel senso del riprovare. Chi è l’aggressore? L’aggressore è uno squilibrato come tanti squilibrati che, nella cronaca, nella storia del mondo si sono avvicinati e hanno cercato di colpire, alcuni per eccesso di dissenso e altri per eccesso di affetto addirittura, succede pure così per gli squilibrati, la persona famosa che li ossessiona. E’ successo a John Lennon, è successo a Gandhi, è successo a Reagan: cito tre esempi di tre Paesi dove non va in onda Annozero, tre Paesi dove non escono Il Fatto Quotidiano, La Repubblica, l’Unità, insomma tre attentati dove forse è difficile intravedere come mandanti Santoro, Scalfari o il sottoscritto e lo dico non a titolo di battuta, lo dico perché ieri sera, per chi avesse avuto lo stomaco di tenere acceso il televisore su quella merda di trasmissione che è Speciale Tg1, ha potuto assistere al linciaggio in contumacia prima di Scalfari e di Annozero da parte del piduista Cicchitto e poi al linciaggio personale di Santoro e del sottoscritto, additati come mandanti morali del pazzo che aveva appena lanciato un souvenir sulla faccia del Presidente del Consiglio, a opera del vicedirettore di Libero che, naturalmente, risponderà in Tribunale di quello che ha detto, perché non credo sia ancora lecito dare delle mandanti di un tentato omicidio a persone che fanno semplicemente, a differenza sua, i giornalisti e non i servi, non i killers prezzolati. Chiusa la parentesi, succede spesso che ci siano degli squilibrati che avvicinano al Vip, soprattutto se questo Vip, per motivi spanersi, o di grande popolarità o di grande impopolarità, suscita e eccita gli animi, indipendentemente dalla sua volontà. Può capitare che il Vip sia oggetto di controversie, Reagan era un Presidente molto controverso, che la sua opposizione, la stampa e le televisioni accusavano di affamare i poveri, di sostenere i dittatori, di essere un guerrafondaio e di avere le smani sporche di sangue, non è che ci andassero leggeri, del resto non ci vanno leggere nessuna opposizione e nessuna informazione nelle democrazie, nei confronti di chi detiene il potere a quei livelli, eppure nessuno si sognò mai di dire che i mandanti del pazzo che aveva sparato a Reagan erano i giornalisti o i politici dell’opposizione, sebbene Reagan avesse un’opposizione, a differenza di Berlusconi, che ha la fortuna di non averne una.Berlusconi è sempre lui - Chi è Berlusconi? Abbiamo visto che cosa è successo: una cosa gravissima, da condannare, chi è l’attentatore? Uno psicopatico, senza collegamenti con niente e con nessuno da quello che si sa, altrimenti se gli avessero trovato un lembo di un giornale di opposizione in casa, un pezzettino, un angolino di un giornale con cui magari aveva incartato i carciofi l’avrebbero già ingigantito e avrebbero detto “ecco che cosa legge questo signore, prima di lanciare.”....In realtà non era collegato con nessuno, almeno da quello che ci si dice, ma era semplicemente uno cui dava fastidio Berlusconi e che ha deciso di combatterlo nella maniera non solo più turpe e più sbagliata, ma anche più controproducente per la causa che, eventualmente, nella sua mente malata questo qua pensava di sostenere, perché almeno la storia d’Italia ci insegna che qualunque ricorso alla violenza non fa altro che rafforzare colui che, in quel momento, spanenta vittima della violenza. Pensate soltanto agli anni 70 e a quanto ci hanno campato i politici della Prima Repubblica sul terrorismo: hanno lucrato almeno altri dieci anni di vita, quelli della Prima Repubblica, sulla solidarietà nei loro confronti, perché erano rimasti vittime del terrorismo, che cominciarono a combattere non appena si rivoltò contro di loro, mentre quando il terrorismo si occupava di colpire soltanto sindacalisti, operai, giornalisti, magistrati lo Stato non fece nulla, esattamente come la mafia, che fu combattuta soltanto quando cominciò a colpire i politici. Ma chi subisce violenza in politica ci guadagna: questo non vuole dire, naturalmente, che Berlusconi l’attentato se lo sia organizzato da solo, perché si leggono anche queste farneticazioni su Internet, purtroppo di matti ce ne sono molti di più che non quello che ha tirato la Madonnina, ci sono anche quelli che pensano che tutto ciò che accade è parte di un complotto di un grande vecchio etc. etc., insomma basta vedere quello che è successo per rendersi conto che si tratta di un caso circoscritto, per fortuna, e isolato, ma evidentemente non organizzato. Non è a questi signori che ci si rivolge, se ci si vuole fare gli attentati da soli, perché sono persone incontrollabili, che potrebbero parlare e quindi leviamoci dalla testa che sia una montatura dei servizi segreti etc., però è la dimostrazione che questo è doppiamente matto, perché se pensava di fare un danno al Presidente del Consiglio tirandogli una statuina, ha ottenuto esattamente l’effetto opposto, in quanto Berlusconi era in un momento di grave difficoltà, stava precipitando nei sondaggi, aveva perso cinque punti nell’ultimo mese: sto parlando dei sondaggi veri, quindi non i suoi, ovviamente. Era pesantemente contestato all’interno della sua coalizione, proprio ieri mattina uno dei fedelissimi di Fini aveva detto che, se il Presidente del Consiglio si provava a portare il Paese alle elezioni anticipate, Fini sarebbe andato da solo, portandogli via un tot di punti che, per quanto pochi, avrebbero potuto far pesare l’opposizione più della maggioranza, visto che comunque in Italia si vince sempre con due o tre punti di vantaggio, quando si va alle elezioni, cose così. E’ chiaro che il matto è doppiamente matto, proprio perché ha fatto la cosa che più si auguravano nell’establishment, perché ci sono dei momenti nei quali, se sei in difficoltà, tiri un sospiro di sollievo, nel momento in cui riesci a catalizzare tutta la solidarietà nazionale, ricominci a parlare con il Capo dello Stato, con cui non parlavi da settimane, susciti giustamente l’affetto materno anche di persone che magari non starebbero proprio dalla tua parte, proprio perché quella scena traumatica della faccia insanguinata è scioccante, non soltanto per i fans di Berlusconi, ma anche per quelli ragionevoli che stanno dall’altra, per quelli umani che stanno dall’altra parte. Per cui il pazzo abbiamo capito che è proprio fuori, ma di parecchio. Adesso vediamo chi è la vittima: la vittima non è che cambi natura a seconda del momento, quindi non è che Berlusconi sia un altro solo perché ieri gli hanno tirato una Madonnina in faccia, Berlusconi è sempre quello che conosciamo nel bene e nel male; né i suoi fedelissimi, né i suoi avversari possono cambiare il giudizio su di lui in base a quello che ieri gli è successo e che non dipende da lui, perché dipende appunto dal matto che gli ha lanciato la Madonnina. Berlusconi è un signore che sta distruggendo la democrazia in Italia, Berlusconi è un signore che ha avuto rapporti con la mafia, Berlusconi è un signore che ha avuto pesanti storie di corruzione giudiziaria e non, è un signore che, nella sua vita, ne ha combinate di tutti i colori e che, mentre gli tiravano quell’oggetto in faccia, aveva appena smesso di insultare tutti i poteri di controllo che ci sono nella democrazia o in quel poco che resta della democrazia italiana. Aveva di nuovo insultato la magistratura, aveva nuovamente insultato la Corte Costituzionale, aveva nuovamente insultato la stampa libera, poi ce l’ha sempre con due trasmissioni e con due o tre giornali, mica di più. Insomma, aveva fatto il suo compitino quotidiano di insultare tutti quelli che non sono lui, o che non sono suoi, questo è il suo passatempo preferito da quindici anni. Stiamo parlando della persona - ecco perché dicevo che è bene staccare chi è l’attentatore, che cosa è successo, chi è la vittima: Berlusconi è vittima di un grave attentato, ma chi è questa vittima? Non è che la vittima spanenti meglio soltanto perché ha subito un attentato, la vittima è quella che era prima e che, per fortuna, essendo sopravvissuta, sarà anche dopo, cioè è Berlusconi, quello che conosciamo e non ci dobbiamo mai dimenticare di chi è Berlusconi in virtù del fatto che adesso è oggetto di una giusta solidarietà da parte di chi rifiuta la violenza, noi compresi: è quella roba lì che, ovviamente, un cittadino democratico deve augurarsi che, democraticamente, venga sbattuto fuori dalle istituzioni al più presto, perché ogni giorno che ci rimane è un giorno in meno per la democrazia e per la legalità. Anche il livello dell’indignazione per quello che lui è e per quello che lui fa non deve minimamente diminuire, sotto il ricatto del dire “ ah, ma allora tu sei tra quelli che..”: assolutamente no, uno può dissentire nella maniera più decisa e, nello stesso tempo, condannare l’attentato.La politica non prevede la categoria del sentimento - Guardate, arrivo a dire una cosa paradossale che naturalmente verrà usata contro di me, ma non me ne importa niente: l’ha già scritta Massimo Fini spanerse volte, questa categoria per cui si parla di odio politico è una categoria del sentimento che viene applicata alla politica, la politica e il sentimento non c’entrano niente, la politica è un fatto tecnico, per cui ti voto affinché tu faccia delle cose, ma tu non puoi chiedermi di amarti, tu puoi chiedermi di votarti, ma non mi puoi chiedere di amarti, non esiste l’amore dell’elettore per il suo eletto, esiste soltanto nelle dittature, quando appunto il populismo carismatico del capo riesce addirittura a attirare l’amore degli elettori, che non sono più neanche cittadini, sono proprio sudditi, sono un’altra cosa, sono acritici, sono pecore che adorano il capo.Il fatto che sia tornata la categoria dell’odio e quindi dell’amore nei commenti dei giornali - leggete le stupidaggini che scrive oggi Battista su Il Corriere della Sera sul clima di odio etc. etc. - bisognerebbe rispondere, come fa Massimo Fini, “ e ‘mbe? Chi l’ha detto che non posso odiare un uomo politico? Chi l’ha detto che non posso augurarmi che se ne vada al più presto? Chi l’ha detto che non posso augurarmi che il Creatore se lo porti via al più presto?”, guardate che questa cosa qua, che sembra orrenda, dice “ oddio, c’è qualcuno che lo odia!”, è assolutamente normale: ognuno a casa sua, nel suo intimo, è libero di odiare e di amare chi gli pare e non esiste in democrazia che i cittadini siano obbligati a amare coloro che li governano, anche perché se tu ami una persona perdi lo spirito critico e il cittadino elettore deve sempre mantenere uno spirito critico. Per cui leviamoci dalla testa questo ricatto, che non bisogna odiare e che bisogna amare coloro che ci governano, o che bisogna rispettarli: ma per quale motivo dovrei rispettare uno che insulta tutti quanti, compreso me tra l’altro, in continuazione da quindici anni? E’ importante questo: la condanna ferma, fermissima dell’attentato e il dire che queste cose non si devono fare e che chi le fa deve essere punito e, nello stesso tempo, dire “ io quello lì non lo voglio più vedere, io quello lì non lo voglio come Presidente del Consiglio, quello non mi rappresenta, speriamo che se ne vada presto da Palazzo Chigi”, queste cose sono cose.. oppure “ lo detesto, lo odio”, personalmente non lo odio, ma non vedo per quale motivo qualcuno non potrebbe invece odiarlo: l’importante è che si limiti a odiarlo senza fargli niente di male, non esiste il reato di odio, esiste il reato di violenza, di aggressione, di lesioni, di tentato omicidio, di omicidio, quelli sono reati, ma il reato di odio non esiste, dire a una persona “ io ti odio” non è un reato, se Dio vuole, altrimenti altro che in un regime, saremmo in Bielorussia, Paese per altro da poco indicato come modello di democrazia dal nostro Presidente del Consiglio nella visita a Lukashenko, dove ha detto “ la gente ti ama e quindi è giusto che tu stia lì”, vedete come nascono le dittature? Nascono nella testa del dittatore o dell’aspirante dittatore ben prima che nella testa dei cittadini, o meglio dei sudditi. Quindi c’è qualcosa di strano in quello che dicono Rosi Bindi, che l’ha detto meglio e Antonio Di Pietro, che l’ha detto in modo più sgangherato, cioè nel definire la vittima di quell’attentato vergognoso, che tutti condanniamo etc., un noto provocatore, uno che se le va a cercare? Non c’è niente di strano a dire una cosa del genere, è nella biografia del Presidente del Consiglio, è nel suo DNA, credo che in qualche momento di lucidità - ogni tanto ne avrà anche lui - ammetterà sicuramente, in cuor suo, di essere un grande provocatore: lo fa apposta, se non fosse un provocatore non farebbe e non direbbe tutte le cose che dice e che fa, non se la prenderebbe ogni santo giorno con tutti i tribunali che ci sono in giro per il mondo, tranne probabilmente Forum di Canale Cinque; non se la prenderebbe con la Costituzione, non se la prenderebbe con la Corte Costituzionale, non se la prenderebbe con tutti quelli con cui se la prende, compresi quelli che non esistono e che vede solo lui, tipo tutti questi complotti dell’opposizione; insomma, basta guardare le facce di quelli dell’opposizione, per rendersi conto che, anche se volessero, non sarebbero in grado di fare nessun complotto, ma comunque neanche vogliono farlo e quindi stiamo tranquilli. Lui è un grande provocatore e alcuni suoi alleati peggio di lui: immaginate che cosa c’è di male nel dire che questi signori provocano da quindici anni il Paese, quando abbiamo sentito un Ministro come Bossi parlare di fucili, di kalashnikov , di 200 /300. 000 uomini armati nelle valli pronti a imbracciare i fucili e a marciare per l’indipendenza e la secessione, ma queste cose ce le ricordiamo o no?! A qualcuno è mai venuto in mente di attribuire a questi signori dal linguaggio violento un qualsiasi episodio di violenza accaduto nelle loro valli? Pensate soltanto alla violenza che ha seminato Berlusconi in questi anni, forse è l’uomo politico più violento che si sia mai visto nella storia repubblicana e italiana: fatevi venire in mente qualche Presidente del Consiglio, come De Gasperi, Moro, Andreotti, erano tutte persone che, almeno nel linguaggio, erano piuttosto mansuete. E’ l’uomo politico più violento che ci sia stato nella storia repubblicana e conseguentemente dire che è un provocatore e che è più predisposto nell’eccitare gli animi di un eventuale squilibrato mi sembra una banalità assoluta, per cui non capisco quale sia il problema in quello che hanno detto la Bindi e Di Pietro, i quali per altro hanno precisato entrambi che, ovviamente, condannavano l’attentato e davano la solidarietà umana al Presidente del Consiglio, che resta un provocatore anche se gli hanno tirato una Madonnina in faccia, perché basta leggere i suoi discorsi e uno se ne rende perfettamente conto.Dov'era l'apparato di sicurezza? - Quarto punto, che è il primo punto su tutti i giornali d’America e internazionali: la sicurezza del Presidente del Consiglio; se ci fate caso, il punto più controverso sulla stampa internazionale e più occultato nelle televisioni di regime e sulla carta stampata stamattina è il funzionamento, o meglio il non funzionamento dell’apparato imponentissimo di sicurezza che circonda il Presidente del Consiglio, il quale è circondato da un centinaio di uomini presi dai corpi speciali, fatti assumere dai servizi segreti, ma alle sue dipendenze, è una sua sicurezza privata e non è secondario il fatto che risponda a lui e che comandi lui, perché sono suoi uomini, suoi gorilla che sono stati immessi nel servizio di sicurezza dello Stato.E’ fondamentale chi comanda la scorta: se la scorta te la dà lo Stato comanda il capo scorta, non comandi tu, Presidente del Consiglio, il Presidente degli Stati Uniti non può andarsene a zonzo dove gli pare, ma deve fare esattamente quello che gli dicono i suoi servizi, che lì si chiamano i servizi segreti e sono, in realtà, il suo corpo di sicurezza. Qui Fini non può fare quello che vuole: fa quello che gli dice il caposcorta, quelli che hanno la scorta fanno ciò che dice loro il caposcorta, non vanno in giro a fare i bagni di folla, a baciare i bambini, ma vanno solo dove gli dice che possono andare gli agenti di scorta. Berlusconi no: Berlusconi fa esattamente il contrario di quello che dovrebbe fare, perché? Perché non comanda il capo scorta, comanda lui: la scena l’avete vista ieri, no? C’è un signore che, come i pallanuotisti che stanno cercando il piazzamento migliore per infilare la palla, sta aspettando il momento giusto per tirare questa voluminosa Madonnina, intorno ci sono decine di uomini addetti alla sicurezza del Presidente del Consiglio, i quali non dovrebbero fare altro che guardare se c’è qualcuno dal comportamento sospetto; vi pare sospetto o no, uno che sta cercando di piazzare una Madonnina sulla faccia del Presidente del Consiglio? Ci sono addirittura delle telecamere e dei telefonini di gente che sta riprendendo la scena, è possibile che la sua scorta, ogni volta che gli tirano, scompaia? Guardate che due tiri ha subito Berlusconi, due centri: il cavalletto e stavolta la Madonnina, ma vi sembra normale che il Presidente del Consiglio italiano sia così vulnerabile, con tutto quello che spende o ci fa spendere per la sua sicurezza? C’è un problema: o i suoi uomini si aprono ogni volta che c’è una minaccia e scappano, e allora forse sarebbe il caso di sostituirli, oppure c’è qualcosa che non funziona, infatti gli attentati ai Presidenti degli Stati Uniti non avvengono mai con uno che cerca di tirargli da pochi metri qualcosa, perché non possono avvicinarglisi con una statuetta in mano, ci sono sempre scene, anche nei film nessuno immagina che il Presidente degli Stati Uniti venga preso a ceffoni dal primo che passa, perché non ci si può arrivare e infatti si immaginano sempre scene tipo quelle del caso Kennedy, di persone appostate con fucili a alta precisione sui tetti e ancora lì c’è sempre il sospetto che ci siano delle coperture, perché? Perché addirittura si vanno a sorvegliare tutte le abitazioni che stanno nel raggio di qualche chilometro dal punto in cui il Presidente passerà. Ma vi pare normale la scena? E’ uno smash, più che un attentato. E allora è possibile una roba del genere? E’ questo che si domandano all’estero, dice “ ma come è che così facile colpire il Presidente del Consiglio italiano?”, sono stupefatti tutti quanti, giustamente. Aggiungiamo che Bonaiuti ieri sera ha rivelato che Berlusconi, profetico - è anche profeta, lo sapete, tra le altre doti ha anche quelle spaninatorie! - gli aveva confidato di temere il gesto di una sconsiderato. A maggior ragione ci dovrebbe essere più attenzione, una guardia più alta: di più, sappiamo che da qualche giorno il Copasir (Comitato di Controllo per i Servizi Segreti) gli aveva detto che c’era il rischio di uno sconsiderato, di un pazzo: perché? Perché il clima sovreccitato, che naturalmente è stato creato da lui e dai suoi giornali, non certamente da chi fa il suo mestiere di informare sugli scandali, il clima sovreccitato l’hanno creato quelli che hanno linciato Dino Boffo raccontando il falso, ossia che era omosessuale e poi chiedendo scusa tre mesi dopo averlo fatto fuori, hanno sovreccitato gli animi quelli che hanno mandato a pedinare il giudice del caso Mondadori fin sotto i calzini, hanno sovreccitato gli animi quelli che hanno insultato e aperto la caccia a fini e a tutto il dissenso, questi sono quelli che sovreccitano gli animi, chi racconta la verità come i casi Noemi, i casi D'Addario, i casi Spatuzza, i rapporti con la mafia etc., non sovreccita gli animi, ma fanno il proprio mestiere di giornalista. In ogni caso, se era vero che il Copasir gli aveva detto “ stai attento, state attenti”, è evidente che ci sarebbe dovuta essere più prudenza, più protezione, non certamente meno e nessuno di noi credo si ribellerebbe se venisse aumentata ulteriormente la protezione, ove servisse per garantire ai rappresentanti delle nostre istituzioni il minimo, l’incolumità fisica, qualcosa di grave non ha funzionato l’altro giorno e quindi bisognerebbe che Maroni, invece di sproloquiare e delirare su chiudere Facebook, chiudere le piazze o stupidate del genere, spiegasse per quale motivo e quali sono le responsabilità. C’è un Questore, c’è un Prefetto, ci sono delle autorità di Polizia, ci sono dei responsabili del servizio di scorta e c’è il Presidente del Consiglio, che sicuramente è difficilissimo da scortare, perché appunto sguscia di qua, sguscia di là. Avete visto che, dopo che l’hanno colpito e gli hanno portato i primi soccorsi in macchina, il caposcorta voleva andare via immediatamente: perché? Perché c’è anche il rischio che, se c’è un attentato “ serio”, cioè terroristico, cioè organizzato non dal pazzo singolo inspaniduale, magari tira la roba per creare il spanersivo e poi scoppia la bomba, per cui è evidente che lui immediatamente doveva essere portato via a tutta velocità e invece no, hanno dovuto fermarsi lì, perché lui ha riaperto la portiera, si è issato sul solito predellino per far vedere la sua faccia insanguinata in giro. Magari è stato anche positivo, perché il fatto di vederlo in discreta salute forse ha risparmiato la pelle a quel poveraccio, che altrimenti qualcuno poteva pure linciarlo, ma nello stesso tempo, anche quella scena dove nessuno sembrava capire quello che stava succedendo e sapere quello che doveva fare è abbastanza preoccupante; entra in macchina, riapre la macchina, sale sul predellino, ridiscende, meno male che c’era soltanto un pazzo, perché se c’era il spanersivo più la bomba era fatta. Queste sono le cose che dovrebbe spiegare il Ministro degli Interni, invece di annunciare strette poliziesche su Facebook, come se fossimo nel regime cinese! Naturalmente in televisione di questo non sentirete parlare, perché bisogna creare il presepe, no? Il bambinello, i re magi, la Madonna, San Giuseppe etc. etc.. Aggiungo altre due cose e poi la faccio finita. Nei prossimi giorni ci proveranno a criminalizzare tutto quel poco di opposizione che c’è, ci proveranno a utilizzare questo episodio per intimidire le forme di protesta e di contestazione e di opposizione spontanea, ci proveranno a dire “ allora adesso quelle trasmissioni televisive non devono più parlare, di mafia non bisogna più parlare”, perché? Perché poi se parli di mafia il matto tira la Madonnina: ci troveranno in tutti i modi, perché erano in difficoltà e lo sono, perché non è che siano mutate le condizioni per le quali sono in difficoltà, Berlusconi farà la sua legge per proteggersi dai processi, la farà con le medicazioni ma la farà, non sono cambiate le cose, ci sono ancora le ragioni per le quali bisogna fare una strenua e irriducibile intransigente opposizione politica e è per questo che, per poterla fare fino in fondo come e più di prima, bisogna continuare a ripetere che non si deve usare la violenza e guardate che, quando uno ripete che non si deve usare la violenza, non lo deve ripetere soltanto quando tirano le statuine in testa al Presidente del Consiglio: lo deve ripetere anche quando vengono manganellati gli studenti in Piazza Esedra o in Piazza Navona, quando vengono manganellati gli operai che fanno proteste perché stanno perdendo il lavoro, quando vengono mandati a morire in guerra i nostri soldati, ai quali è stato raccontato che andavano in missione di pace a regalare i fiori ai bambini afgani, cose di questo genere. La violenza va condannata sempre: anche in questo senso il nostro Presidente del Consiglio è il più grande provocatore e il più grande violento nella storia dei Presidenti del Consiglio italiani del dopoguerra, perché non dimentichiamoci che cosa è successo a Genova, al G8 di Genova, che cosa succede ogni volta che qualcuno tenta di protestare. Per cui la condanna della violenza in realtà non solo è la condanna dell’attentatore pazzo di Berlusconi, ma è anche la condanna della politica di Berlusconi e della sua violenza verbale e, ogni tanto, poliziesca, però bisogna condannarla tutta la violenza, altrimenti non si riuscirà a fare l’opposizione che lui si merita. Per avere l’opposizione che lui si merita il Presidente del Consiglio ci serve in ottima salute, perché quando se ne andrà da Palazzo Chigi - e prima o poi se ne andrà, se ne andrà maledetto dagli stessi che l’hanno votato - ci serve in ottima salute, perfettamente compos sui, perché si possa rendere conto fino in fondo del male che ha fatto alla gente. Per farlo andare via da Palazzo Chigi bisogna spanentare addirittura la sua scorta e proteggere la sua incolumità fino in fondo, ci serve lucido quando gli dovremo dire perché l’abbiamo cacciato di lì e perché non ce lo vogliamo più! Passate parola, buona settimana e giovedì ricordatevi.. anzi venerdì, ricordatevi che, insieme a Il Fatto Quotidiano, c’è un DVD con l’ultima intervista di Paolo Borsellino, che ci parla proprio dei rapporti tra il famoso stalliere e il famoso Cavaliere, oltre che di altre cose e poi avrete la telefonata di cui avete sentito un pezzettino a Annozero e altre telefonate, nelle quali si capisce chiaramente quali sono i rapporti tra Dell’Utri, Berlusconi e il mafioso Mangano, venerdì insieme a Il Fatto Quotidiano, passate parola e buona settimana.

Marco Travaglio (Passaparola 14.12.2009)

domenica 22 novembre 2009

ESTERNAZIONE

Molti lo trovano ridicolo,
trovano i suoi scatti d'ira
impulsivi e irragionevoli.
Molti trovano patetico che si sia fatto
strumentalizzare dall'opposizione,
strumentalizzare dalla lega e dai missini,
dato in pasto alla stampa per affondare il suo stesso partito...
Molti ancora trovano ridicole le sue morbosità
per i carabinieri e per la televisione...
Altri, infine, trovano pietose le sue risse con i giudici,
stonate le liti con l'opposizione,
comica la minaccia dei misteriosi dossier...
non dico che abbiano torto:
forse sarà un presidente emotivo;
forse sarà un presidente stravagante e bilioso;
forse ingenuo.
Ma è il mio presidente; e mi levo il cappello quando rido!

Corrado Guzzanti (Il libro de Kipli)

LA BUGIA DEL DENARO FACILE


Il caso Parmalat getta una luce spietata su un sistema malato, scrive il corrispondente di Le Monde A dieci anni di distanza, i contribuenti francesi continuano a pagare di tasca loro gli errori del Crédit Lyonnais. E tra gli intellettuali parigini infuria il dibattito sul “declino della Francia”. Tutto questo induce l’osservatore francese a considerare con umiltà la situazione italiana e gli conferisce anche una certa competenza. L’Italia è realmente una grande Parmalat, un paese al tramonto, come suggerisce l’analisi – brillante ma molto pessimista – di Beppe Grillo? Il caso Parmalat – eccezionale per la sua ampiezza e rocambolesco per i dettagli svelati un giorno dopo l’altro – getta una luce spietata su un’epoca, un sistema, una società, proprio come ha fatto lo scandalo del Crédit Lyonnais sulla Francia degli anni ottanta e novanta. Manie di grandezza. Era l’epoca del denaro facile: la banca statale non aveva resistito alle sue smanie di gigantismo, incoraggiata dalla megalomania di certi dirigenti ma anche da quel “capitalismo alla francese”, una mescolanza di stato e di settore privato che diluisce le responsabilità. E nella relazione sulfurea tra politici e industriali aveva messo radici una sensazione di impunità. Beppe Grillo ha ragione a dire che lo scandalo Parmalat non è un evento isolato, ma è emblematico di un capitalismo italiano reso opaco dai conflitti d’interesse. Quando il banchiere è nel consiglio di amministrazione dell’impresa, quando l’industriale siede in quello della banca, quando spesso l’uno è in debito con l’altro, o addirittura suo dipendente, e quando entrambi si ritrovano a concludere affari nello stesso club di calcio, si arriva a quella consanguineità che mina le grandi famiglie. Al centro del sistema sembra esserci una complicità di fatto, quasi genetica. Come spiegare altrimenti che una simile truffa sia andata avanti per più di quindici anni, proprio quando il paese era paralizzato dalle inchieste di Mani pulite, e che nessuno, in nessun momento, abbia creduto opportuno gridare: “Attenzione!”? Perché gli italiani, come dice Grillo, hanno fatto finta di non vedere la realtà Parmalat? La risposta dell’umorista non è divertente. Il paese intero sarebbe vittima di un’illusione, perché l’economia reale si è trasformata in economia virtuale. Proprio come, nella Parmalat, il latte è diventato aria. Il paese intero starebbe sprofondando in una crisi senza ritorno, pagando a caro prezzo il suo gusto per l’apparenza più che per la sostanza. Se in questi ultimi anni non sono state effettuate le necessarie modernizzazioni, non è stato per mancanza di lucidità. Nella coscienza che gli italiani hanno dell’interesse generale, una priorità scaccia l’altra. È il tributo da pagare in un paese che si è arricchito grazie alle sue diversità. Ci vorrebbe molto coraggio per remare controcorrente. Con i tempi che corrono, chi avrà l’ardire di chiedere “più stato”?

Jean-Jacques Bozonnet, Le Monde


I PACIFISTI ARMATI


NEW DELHI - venerdi , 29 maggio 1998 - Quarantasei gradi e mezzo all'ombra. Il caldo è soffocante. Il condizionatore d'aria non funziona perché da giorni l'elettricità va e viene. Apro il rubinetto dell'acqua, sperando di rinfrescarmi sotto la doccia, ma dopo un promettente gorgogliare d'aria, non esce nulla. Cerco di telefonare all'amministratore del mio condominio, ma il telefono è muto. In mia assenza qualcuno ha dato una manciata di rupie al locale funzionario dei telefoni e quello ha attaccato l a mia linea all'apparecchio di qualcun altro. Sono stato via dall'India per alcuni mesi e tornare a casa è il solito sofferto piacere. «Di questa stagione è sempre così: né luce né acqua. Ma almeno ora abbiamo la bomba», viene a consolarmi, con la su a saggia ironia, il mio vicino. Ha fatto la sua passeggiata nei giardini di Lodhi dove gli avvoltoi son venuti, come ogni anno, ad affollare le cupole delle vecchie tombe Mogul, ha acceso le bacchette d'incenso, ha pregato davanti ai suoi dei e ha tutto il tempo per darmi una delle sue solite lezioni d'indianità. «Siamo come quei poveri che a casa mangiano solo riso, ma quando escono si ungono le labbra di burro per far credere alla gente d'aver mangiato anche del buon condimento».


Tiziano Terzani


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